Appello per 4 SI al Referendum

Data di pubblicazione: 
Thursday 09 June 2011
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Appello al SI ai referendumdi Enrico Del Vescovo

L’appuntamento del 12 e 13 giugno rappresenta una sfida importantissima per la rinascita della democrazia e della partecipazione dei cittadini alla politica nel nostro paese. La vittoria del SI significherebbe un primo importante riscatto da quell’apatia e da quel senso di scetticismo e di rassegnazione che per molti anni ha caratterizzato gran parte della società italiana. Infatti è proprio sulle questioni concrete che si dimostra il grado di consapevolezza civile dei cittadini nei riguardi del bene della comunità. Il referendum proposto, in particolare per quanto riguarda i due quesiti sull’acqua, è stato promosso innanzitutto proprio “dal basso”, dal cuore della società civile e dal mondo delle associazioni che si sono mobilitate,  in modo orizzontale e non verticistico.

L’importanza dei quesiti referendari è grandissima: viviamo in un’epoca in cui si vuole privatizzare e mercificare tutti gli aspetti della vita quotidiana. Ma l’acqua è la fonte principale della vita, è un diritto primario, universale:  non deve  essere  trattata alla  stregua di   tutte le altre merci. Pertanto il servizio idrico non può essere assoggettato alla logica del profitto e del libero mercato: è indispensabile che venga ricondotto stabilmente sotto il controllo pubblico, trasparente e partecipato dei cittadini. Naturalmente l’alternativa non può e non deve essere il ritorno ai passati “carrozzoni” affetti dal clientelarismo.

Vogliamo un’amministrazione pubblica del bene comune acqua degna di questo nome! Oggi non possiamo permettere, come già sta accadendo, che gruppi privati, anche esteri,  prendano il controllo del servizio idrico nel nostro paese imponendo tariffe che servono essenzialmente al conseguimento degli utili per “loro” a scapito proprio di noi cittadini. Inoltre il ritorno all’uso dell’energia nucleare pone interrogativi inquietanti e presenta problemi troppo impegnativi e difficili da affrontare per lasciare che la decisione ultima venga presa solo dal governo e, di riflesso, dalla lobby dei gruppi internazionali, senza che i cittadini vengano consultati.

Il costo dell’energia nucleare è elevatissimo, decisamente superiore a quello delle altre fonti energetiche come dimostrato da molti autorevoli studi internazionali. Spesso si sente ripetere, quasi ossessivamente, che importiamo parte dell’energia elettrica che consumiamo dall’estero; ma è un dato di fatto,  per lo più ignorato dalla gente, che nel nostro paese esiste una potenza installata di 97.000 MW, quasi il doppio della domanda massima di picco (56.000 MW). Dunque le ragioni che conducono all’importazione di energia elettrica sono ben diverse, più complesse e di natura speculativa su cui  sarebbe doveroso indagare!

In definitiva la scelta del nucleare è costosa, rischiosa ( non sappiamo come gestire le scorie ) e deleteria per il nostro paese e ne possiamo fare facilmente a meno. L’unica vera motivazione della scelta nucleare sono soltanto i lauti affari ed i profitti di cui beneficeranno le imprese che avranno in appalto la costruzione delle centrali.

Ma ora c’è il nostro voto: usiamolo finché siamo liberi di farlo!