riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Severiano Maria Moiso
"Buffone! Buffone!" fino al 24 mattina più di metà scuola mi urlava questo dal cortile: loro manifestavano, io dissentivo. Loro elogiavano un articolo di un giornale. Io criticavo le bugie che mettevano in cattiva luce la scuola, la nostra scuola. Loro in cortile giocavano a poker, ballavano, innalzavano i cori, qualcuno dava la propria opinione a qualcun altro e qualcuno era lì, per perdere un giorno di scuola.
Io ero dentro, con una mia compagna, nella sala multimediale, dotata di computer per scrivere una lettera al direttore di tale giornale che noi aborravamo l'articolo ed eravamo rimasti allibiti dalle fandonie che esso conteneva.
Lo dico subito, la mia scuola ha seri problemi igenici e strutturali; fu costruita come fabbrica di scarpe, non del tutto a norma e io avrei lottato volentieri con i miei compagni di scuola se avessero fatto le cose giuste, ma non concordavo nello schiamazzo, nei balli, nella prepotenza e nel perdere giorni di scuola. Hanno ecceduto, come spesso fanno i giovani; come, ancor più spesso, fà la mia generazione.
Oggi il giornalista di quell'articolo tanto elogiato, quanto discusso, ha riportato in maniera fotocopiata, molto piccola, l'articolo mio e della mia amica e ha scritto lui, di suo pugno ciò che credeva fossero le nostre considerazioni, alcune vere, alcune.... diciamo discutibili. Vorrei scrivergli ancora per chiedergli dove le ha prese, ma sò che non posso spingermi a chiedere torto sennò divento assillente, preciso e puntiglioso e passo dalla parte della ragione a quella del torto, quindi taccio e mi godo la prima pubblicazione di un mio articolo.
Da ieri sera prima di andare a dormire, ancora incerto se avessero pubblicato, o no, il mio articolo sentivo ancora quelle voci di tanti giovani: "Buffone! Buffone! Buffone! Buffone!" e le ho sentite oggi mentre compravo il giornale che aveva pubblicato la lettare, mentre facevo il torneo di pallone e oggi stesso, mentre una ragazza dicevo che avevo mandato all'aria tutti gli sforzi del giorno precedente di quei ragazzi che avevano manifestato in cortile, di quei ragazzi che mi avevano ridicolizzato.
Poi questa sera la professoressa cordinatrice mi ha mandato un email intitolata: "testimonanza di legalità" e credvo fosse un nuovo incontro dopo quelli di Antonina Azoti e Giovanni Impastato e invece e logiava me e la mia collega per l'articolo scritto: «Sono rimasta seriamente colpita dalla grande onestà intelletuale e dal grande senso di giustizia (doti molto rare di questi tempi) che pervadono il vostro bellissimo scritto. Ho letto con grande ammirazione tutte le considerazioni in difesa del liceo, del suo dirigente, ma soprattutto della verità!».
Questo è il punto che più mi ha elogiato e inorgoglito, ance se credo che queste frase vada fatta non solo a noi, scrittori dell'articolo ma a tutti quelli che, invece di manifestare hanno deciso di entrare a scuola.
Un Buffone può essere denominato tale perchè ha deciso di difendere la sua scuola in maniera diversa?
Un Buffone è davvero colui che scrive una lettera ad un giornalista che scredita la sua scuola?
Se la risposta a queste domande è sì, allora ok, a quel coro di quei giovani che mi urlavano dal cortile della scuola mi aggiungo anche io: "Io sono un buffone! Io sono un buffone! Io sono un buffone! Io sono un buffone!"