di Enrico Del Vescovo
Per tutti noi c’è stato un momento di gioia e di soddisfazione quando Obama è stato eletto presidente USA. Sembrava che, di colpo, si fosse invertito finalmente il corso della politica USA seguita per molti anni dall’amministrazione repubblicana. Si è tornato dunque a sperare per la soluzione di molti problemi: il dramma israelo-palestinese, la denuclearizzazione, una maggiore giustizia sociale in USA e nel mondo ecc. ecc.
E' vero, dobbiamo prendere atto di segnali importanti: la mancata applicazione del progetto relativo allo scudo spaziale, che tanta reazione avrebbe suscitato da parte della Russia, l'ipotesi di chiusura di Guantanamo, il mutamento di linguaggio nei confronti del mondo islamico, l'inizio della procedura per la realizzazione della riforma sanitaria in USA ecc....
Tuttavia abbiamo sempre considerato autorevole e serio l’istituto del premio Nobel perché fondato sulla base di fatti concreti già raggiunti, e non sulle parole e le intenzioni di cui, certamente, non ci si può accontentare, per quanto possano lasciare intravedere prospettive nuove e persino rivoluzionarie...
Bene, il premio ad Obama appare sinceramente prematuro e forzato, proprio perché fondato solo su un mutamento di parole, di atteggiamento e di intenzioni che, tuttavia, sono ancora ben lungi dall’aver prodotto risultati concreti, tanto più che la guerra in Afganistan è destinata non solo a perdurare, ma, probabilmente, anche a peggiorare …
Se il premio Nobel viene assegnato in tal modo qulcuno potrebbe dubitare circa le vere capacità di analisi e di critica obiettiva della realtà da parte della giuria. Anzi, ci si potrebbe domandare se tale assegnazione, che molti giudicano prematura, risponda ad una sorta di tatticismo da parte dei poteri forti internazionali o sia un incoraggiamento ad andare avanti con coerenza.
Ora Obama non deve assolutamente illudersi di aver raggiunto alcunché, perché, come purtroppo ben sappiamo, è ancora tutto da fare !!