Le alternative al neoliberismo

Data di pubblicazione: 
Friday 19 December 2008
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Oskar LafontaineDiscorso di Oskar Lafontaine al Parlamento tedesco, riportato da ATTAC francese e tradotto da Paola Montironi.

Oskar Lafontaine, ex-presidente del Partito Socialdemocratico tedesco e oggi uno degli animatori del partito Die Linke (La Sinistra), ha fatto un lungo intervento il 28 novembre 2008 al “round degli elefanti”, il dibattito del Parlamento tedesco sul piano (parziale) di budget per il 2009, in cui ha messo in luce la relazione causa-effetto che lega l’attuazione dei principi del neoliberismo all’attuale crisi mondiale dei mercati finanziari.

Signor Presidente! Stimate colleghe e colleghi! Anche alla luce delle discussioni delle ultime settimane, noi riaffermiamo: la crisi dei mercati finanziari non è solamente una crisi tecnico-economica. È una crisi del nostro ordine economico e sociale. Questo non vale solo per la Repubblica Federale, ma per l’intera economia mondiale.

Noi siamo stati testimoni negli ultimi decenni del dispiegarsi di una filosofia sociale, la filosofia del neoliberismo. Il neoliberismo è un’attitudine, una forma di religione del quotidiano. Questa religione del quotidiano si basa su modelli di pensiero e tradizioni intellettuali che sono lontani dall’essere superati in questi giorni. Ma se qualcuno dice all’opinione pubblica che il neoliberismo ha fallito, ebbene, guardando ai suoi risultati, io sono d’accordo.

Per quanto, non concorderei mai con l’opinione che queste tradizioni intellettuali e questi modelli di pensiero siano già falliti, perché tradizioni e modelli di pensiero che si sono formati nell’arco di decenni non possono essere superati dall’oggi al domani. Pertanto la questione fondamentale oggi è se noi abbiamo principi chiave e linee guida in grado di farci superare la crisi attuale. Questa questione fondamentale deve essere discussa oggi.

Signora Cancelliera, un momento fa voi richiamavate giustamente l’attenzione sul fatto che avete bisogno di avere principi e linee guida per superare una crisi così grave. E tuttavia noi siamo convinti che voi abbiate principi e linee-guida sbagliati, e che per questo non sarete in grado di superare questa crisi. Questo è il mio pronostico.

Vorrei chiarire ciò prendendo ad esempio i risultati del G20. Naturalmente, l’intenzione era di regolamentare. Naturalmente, tutti hanno prestato grande attenzione all’evento. E nonostante ciò, quale sarà il risultato di questo summit? Ovviamente non ci si attendeva di ottenere fin da subito un risultato pari a quello ottenuto dal summit di Bretton Woods. Ma sono state fatte due constatazioni molto inquietanti che vorrei esaminare oggi. La prima, riguardo all’ordine dei mercati finanziari, è: bisogna continuare a rispettare i principi dell’economia di mercato. La seconda constatazione è: noi continueremo ad attenerci al libero scambio dei capitali.

Voglio dirvi questo: se voi continuate a perseverare nell’errore di trattare i mercati finanziari come i mercati di beni, allora questa crisi non sarà superata. Se andate avanti con il libero traffico dei capitali, allora voi state già ponendo le basi per lo scoppio di una nuova, prossima crisi finanziaria con tutte le sue conseguenze. Oggi, noi ci troviamo di fronte a questo problema.

Alla base di queste scelte sbagliate c’è il neoliberismo. Il neoliberismo ha condotto all’attuale conflitto.

Il neoliberismo poggia su tre principi: primo, esige deregolamentazione. Oggi, tutti stanno parlando di regolazione. Secondo, richiede privatizzazione. Di nuovo noi domandiamo invece responsabilità pubblica su tutte le aree di servizio pubblico. Invece di privatizzazione, noi chiediamo democrazia economica con co-determinazione e partecipazione della forza-lavoro È un diverso concetto di società.

Terzo, e più importante, il neoliberismo esige flessibilità. Invece, noi chiediamo lavoro - questa è la questione decisiva, eppure finora non è nemmeno stata presa in considerazione - sulla cui base si possa pianificare la propria vita, fondare una famiglia e nutrirla. Questa è la sfida di cui dobbiamo parlare oggi.

Ora vengo al primo punto, alla deregolamentazione. Quante cose sono state deregolamentate negli ultimi anni! Prima di tutto, sono stati liberalizzati i tassi di cambio. Da settimane non sento nulla a riguardo da parte di questo governo. Voi date l’impressione di non avere nemmeno capito che ci troviamo di fronte a una crisi mondiale dei tassi di cambio, che si ripercuote anche sull’economia tedesca. Se non si riuscirà a risolvere questa crisi dei tassi di cambio, altre ne verranno, di continuo. Io semplicemente non capisco perché il governo federale non faccia alcuna proposta almeno per contenere queste crisi, non dico per gestirle.

Secondo: il traffico dei capitali è stato liberalizzato. Visto che volete proseguire su questa strada, si pone la questione: come intendete prevenire l’eventualità che, in situazione di libera circolazione dei capitali, per esempio, la crisi di una grande banca USA si riversi sul mondo intero? Ieri partecipavo a un evento, in cui circolava la tesi che Lehman Brothers era stata autorizzata a fare bancarotta, perché si sapeva che questa grande banca era la più intensamente collegata con le economie degli altri paesi.

Nessuno afferra l’idea che avrete bisogno di barriere tagliafuoco se volete prevenire un danno di vaste dimensioni? E come si prevede che siano queste barriere tagliafuoco nel sistema finanziario internazionale? O pensate che sia sufficiente riproporre continuamente vecchie questioni, per esempio la maggiore trasparenza e il migliore controllo, senza fare nulla di concreto?

La terza deregolamentazione attuata - che è sempre esistita - riguarda i paradisi fiscali. Voi potete regolamentare e stipulare quanto volete a livello nazionale. Se voi non abolite i paradisi fiscali, le cose proseguiranno come negli anni passati. E voi non otterrete niente. Mi chiedo come mai non vi poniate alcun problema a riguardo.

Sarebbe auspicabile che anche voi diceste qualcosa a proposito dei tassi di cambio, del libero traffico dei capitali o dei paradisi fiscali.

Voi avete introdotto società di certificazione, e avete permesso che queste società fossero finanziate dagli stessi che beneficiano delle loro certificazioni. Quali conseguenze sono state tratte dal fatto che così non funziona? Alla fine degli anni ’80, quando sono stati aboliti in Germania i meccanismi di controllo che proteggevano donne e uomini clienti delle banche dall’acquistare certificati falsi da un qualsiasi rappresentante: quali conseguenze traete oggi da ciò? Qualche tempo fa, il precedente governo ha sottoscritto una legge che avrebbe dovuto proteggere coloro a cui vengono proposti dei certificati falsi. Ebbene, questa legge è stata abolita sotto la pressione dell’industria finanziaria. Alla luce delle brutte esperienze subite, e in particolare degli anziani, ai quali sono stati offerti la Lehman Brother o roba simile, sarebbe tempo di reintrodurre quella legge.

In Germania, a livello nazionale, sono state introdotte un gran numero di misure di deregolamentazione. Non si è sentita una parola da parte vostra a questo riguardo. Tutte le vostre attuali dichiarazioni d’intenti riguardo alla regolamentazione sono del tutto inaffidabili. Noi vi chiedemmo: come avete ottenuto questa deregolamentazione? Allora voi ci avete enumerato tutta una serie di misure. Per ragioni di tempo ne cito solo qualcuna: l’ammissione dei fondi di rischio, delle cartolarizzazioni e degli SPV (Special Purpose Vehicles, società ad hoc per gestire le cartolarizzazioni, NdR). Se almeno traeste una lezione dai recenti avvenimenti, che non lo facciate è veramente deplorevole. Quindi voi dovreste annunciare subito che ritirerete queste misure di deregolamentazione. Altrimenti, tutte le vostre dichiarazioni d’intenti sulla regolamentazione perderanno ogni credibilità.

Il punto successivo è la privatizzazione. Io le ho contrapposto la pubblica responsabilità per l’area dei servizi pubblici e una democrazia economica con co-determinazione e partecipazione della forza lavoro. Questo è un approccio sociale completamente differente.

Voi privatizzate istituzioni pubbliche in larga scala, e la Cancelliera federale ha detto qui - perciò, io confermo che voi continuate ad agire sulla base dei principi del neoliberismo -, che voi intendete proseguire con le privatizzazioni, per esempio nel caso delle ferrovie. E questo significa che voi non vi rendete nemmeno conto delle conseguenze, perché privatizzazione significa un peggioramento enorme delle condizioni di lavoro per le persone che lavorano nelle imprese privatizzate.

La cosa più fatale è stata - vorrei menzionarla per una vola - la privatizzazione del sistema della previdenza sociale. Ho sentito nell’ultimo dibattito - non voglio nemmeno soffermarmi a citare certi nomi qui - che la privatizzazione dei sistemi di previdenza sociale non ha nulla a che vedere con la crisi finanziaria. Chi non comprende che l’accumulazione di denaro nei fondi privati è una delle cause della crisi finanziaria internazionale, non ha capito niente.

Questa privatizzazione della previdenza sociale deve essere immediatamente ritirata - e questo chiede il nostro gruppo -, perché conduce a sviluppi dannosi non solo in Cile, in Argentina o negli Stati Uniti, dove all’improvviso molti anziani si sono trovati senza una lira in tasca, ma anche qui, perché le lavoratrici e i lavoratori sono vessati oltre misura, e perché in ultima analisi è loro negata una base sicura per la loro vecchiaia. Quindi, la privatizzazione della previdenza sociale deve essere ritirata.

In un mondo in cui società private di capitale comprano imprese e le rivendono, e in cui fondi di rischio comprano imprese, le smembrano e le rivendono a pezzi, noi semplicemente non possiamo continuare a esonerare dalle imposte i proventi di queste vendite. In questo modo noi in primo luogo alimentiamo ancora di più questa tratta di schiavi. Quindi, l’esenzione delle tasse deve essere ritirata.

Nell’ambito della privatizzazione rientra anche l’intenzione di ridurre la partecipazione dello Stato nell’economia. La Cancelliera era molto fiera di sostenere che questa partecipazione è già molto bassa. Voi potete ben pensare questo, ma allora dovete anche sapere cosa significa ridurre la presenza dello Stato. Signora Cancelliera, se voi pensate che una ridotta presenza dello Stato sia augurabile, voi dovete smettere di tenere i vostri mini-convegni didattici; perché un basso livello di presenza dello Stato in fin dei conti significa meno soldi per l’istruzione in confronto ad altri Stati che hanno quote più alte di partecipazione. Il Governo dovrebbe almeno conoscere le operazioni aritmetiche elementari, o mi sbaglio?

Una ridotta presenza dello Stato ovviamente significa meno prestazioni per chi usa i servizi sociali. Questa è malauguratamente la conseguenza di una bassa presenza dello Stato. Quindi, io dico: guardate per una volta ai paesi che stanno lavorando con successo nelle aree dell’educazione e della sicurezza sociale. Se solo conosceste le statistiche internazionali, allora notereste che questi paesi affrontano il problema in modo differente. La de-statalizzazione della Germania in questi ultimi anni è stato un grave errore e ha causato la povertà di molti. Perché non ne prendete coscienza finalmente?

Questo sviluppo nella direzione della privatizzazione - legato in particolare all’abbassamento della tassa sulle corporazioni di cui ha parlato con tanta fierezza la Cancelliera poco fa - ha avuto come risultato che forse solo il 25% degli utili sono stati reinvestiti in Germania. E qui si pone la questione: cosa ne è stato del rimanente 75%? Non capite che questa è una delle ragioni per cui noi abbiamo attualmente imprese i cui profitti sono maggiori dei loro fatturati? Non è chiaro che questi soldi non vanno più negli investimenti, ma nella speculazione internazionale? Voi contribuite a produrre tutto ciò, ma non ne traete alcuna conseguenza.

Per questo motivo noi sosteniamo che c’è bisogno di un altro approccio a questa privatizzazione, che è alla base del drammatico sviluppo dell’ineguale distribuzione del reddito e della ricchezza: noi vogliamo il ritorno di una forte partecipazione dell’autorità pubblica. In particolare, noi vogliamo una democrazia economica che permetta ai lavoratori di partecipare in maniera più estesa di quanto sia stato finora nelle decisioni e nei risultati delle aziende.

Ora arrivo al danno più grave che il neoliberismo ha provocato - non intendo l’ordoliberismo, collega Brüderle;

Se ci fosse abbastanza tempo, direi qualcosa a questo proposito -: si tratta della flessibilizzazione dei mercati del lavoro. Che è una delle parole più stupide e aberranti che hanno determinato il pensiero e l’azione di molti e che ha causato danni enormi a tante persone in Germania. Ora citerò questi danni.

Prima di tutto. Chi parla della flessibilità dei mercati del lavoro, costui volontariamente e in prima persona aggredisce i contratti collettivi, con tutte le conseguenze in termini di dumping dei salari che tutti deploriamo qui in Germania.

Dovremmo almeno assicurare che facciamo ogni sforzo necessario per ritornare a un mercato del lavoro regolamentato per quanto riguarda i livelli di pagamento.

Secondo. Voi eravate orgogliosi dei “mini” e “midi” lavori che avete istituito. Questo aveva forse senso quando pochi studenti o pensionati erano impiegati nella consegna dei giornali o nell’assistenza. Allora questo avrebbe potuto avere qualche senso. Ma ora che un gran numero d’imprese, per tagliare i salari, ha esteso i mini e midi lavori dappertutto a milioni, questi contratti sono diventati la causa per cui ci sono persone, oggi, che non possono più pianificare la propria vita e che, se volete, sono puramente e semplicemente tagliati fuori dalla nostra società.

Tutti questi sono principi sbagliati che non vi permetteranno mai di governare la crisi.

Il terzo punto è il lavoro interinale. Mie stimate signore e signori, nella Carta dei Diritti dell’Uomo c’è scritto che un principio dovrebbe avere valore a livello mondiale: uguale salario per uguale lavoro. Nel momento in cui voi lasciate dilagare il lavoro interinale e permettete che sia gestito come è ora, voi state violando perfino la Carta dei Diritti dell’Uomo. Voi parlate di valori. Bene dove sono i vostri valori di fronte a questo tema? Bene, io agirei concretamente se fossi in voi, allora potrei seguirvi. Chi non fa nulla contro il lavoro interinale e sta a guardare come centinaia di migliaia di questi lavoratori precari stanno per perdere il lavoro, mentre molte migliaia l’hanno già perso, non ha tratto alcuna conseguenza dalla crisi dei mercati finanziari.

Questa è la cosa che disturba. Perché non proponete una legge per proteggere queste persone in futuro? A che serve questo gran parlare di valori se la gente soffre per il fatto di essere semplicemente messa alla porta, perché non hanno alcun diritto, e ciononostante voi non proponete niente per cambiare questo stato delle cose perfino quando la maggioranza della popolazione pensa che qualcosa si debba cambiare?

Poi ci sono i contratti a termine. Mie stimate signore e signori, le persone devono poter pianificare la propria vita.

Come può dopotutto un giovane crearsi una famiglia, se deve vivere nel timore di essere licenziato fra sei mesi? Perché non vedete queste connessioni? Perché non vedete come tutte queste cose sono legate le une alle altre?

Ora, a causa di queste devastanti politiche del mercato del lavoro dovute alla falsa filosofia neoliberista, noi siamo diventati nel frattempo il paese con la più grande area a bassi salari fra tutti i paesi industrializzati. Grande area a bassi salari da tutti i punti di vista: un reddito lordo di 15.000 Euro o meno o un salario mensile di circa 1.000 Euro. È facile dire: “ Beh, è meglio di niente dopotutto”. Allora voi dovete anche spiegare come una famiglia con due figli possa vivere bene in queste condizioni di reddito. La cosa incredibile è che abbiamo fatto ciò senza alcun bisogno, perché altre nazioni mostrano altre statistiche. È vergognoso che noi siamo stati gli unici ad aver esteso l’area a bassi salari con tanta diligenza. Quindi, voi dovete finalmente fare qualcosa. Per piacere introducete finalmente il salario minimo garantito, per poter mettere la situazione sotto controllo almeno dal basso!

Anche se non vedete queste relazioni, il fatto resta: chi non fa nulla a riguardo del lavoro interinale, dei contratti a termine e del salario minimo, costui non ha capito niente della crisi dei mercati finanziari internazionali e delle sue devastanti conseguenze sull’economia, anche in Germania.

All’origine dei problemi dei mercati finanziari ci sono due disequilibri nel mondo economico e nelle economie nazionali, che la maggioranza che ha deciso queste leggi ha contribuito a estendere. Ho parlato prima dei tassi di cambio. Come potrete trarre delle conclusioni corrette se non lo vedete nemmeno, questo problema?

A causa del disequilibrio del mercato estero, al quale abbiamo contribuito e che ci ha portato ad avere, come il Giappone, surplus di export e surplus della bilancia dei pagamenti, noi siamo i primi a dover mettere in atto programmi congiunturali per stabilizzare l’economia mondiale.

Perché non vedete queste connessioni? Perché non lo capite? Noi siamo obbligati per primi a farlo, perché abbiamo prodotto beni che in bilancio avrebbero dovuto in realtà essere stati prodotti in altri paesi. Ovvero abbiamo prodotto surplus della bilancia dei pagamenti. Quali paesi dovrebbero ora essere i primi a stabilizzare l’economia mondiale? Non quelli che hanno i maggiori deficit dopotutto, ma quelli che hanno accumulato dei surplus. E in questo voi fallite su tutta la linea, e questo è chiaro dappertutto in Europa: dalla Francia fino a tutti gli altri paesi europei.

Il secondo disequilibrio consiste nella distribuzione di redditi e ricchezza. Le cifre recenti sono sempre più chiare. A causa della falsa filosofia che avete appena riproposto, redditi e ricchezza divergeranno sempre di più. Dopotutto, voi avete fatto di tutto perché questo avvenisse: con le vostre politiche fiscali e del lavoro.

L’economia di mercato e l’economia sociale di mercato, tuttavia, non funzionano senza un certo equilibrio fra redditi e ricchezza in un sistema. L’origine della crisi attuale deve anche essere cercata nel fatto che questo equilibrio è stato gravemente perturbato. Mentre una minoranza ha accumulato redditi sempre più alti e sempre maggiore ricchezza, un’immensa maggioranza deve fronteggiare la stagnazione dei salari e delle pensioni. Questa è una delle cause della debolezza economica che la Germania mostra in questo momento.

Alla questione di come combattere questa crisi è molto facile rispondere. Si deve cominciare là dove finora sono stati fatti gli errori. È corretto che voi ora reintroduciate l’imposta regressiva. La Sinistra combatte da anni per questo e ha proposto continue mozioni che sono state ogni volta respinte. Noi apprezziamo che voi lo facciate ora. Perché dietro questa misura c’è la filosofia di non premiare la speculazione, ma gli imprenditori che investono. Tuttavia questo richiederebbe una diversa legislazione fiscale.

Va bene anche che sia prolungato il pagamento per la disoccupazione parziale. Perché la disoccupazione parziale è quantomeno una soluzione migliore rispetto al lavoro interinale in cui i lavoratori sono rapidamente licenziati di nuovo, o ai contratti a termine in cui le persone si trovano presto di nuovo per strada.

Tutto ciò va bene. Ma che voi, signora Cancelliera, ora rimproveriate alle banche di avere il sangue freddo in inverno, mi spinge a chiedermi come potete voi stessa agire con tanto sangue freddo in inverno e praticare la politica de non far niente. Mentre la Cina investe l’8% e gli USA il 2% del prodotto interno lordo per combattere la crisi congiunturale, voi gli contrapponete il vostro 0.15% e dite: può darsi che faremo qualcos’altro in seguito. Questo non è altro che un miserabile fallimento. Voi non avete capito le dimensioni di questa crisi.

Noi pagheremo queste decisioni con un enorme incremento della disoccupazione, di cui voi porterete tutto il peso della responsabilità, e questo a causa della vostra timida lotta contro la crisi congiunturale.

Non crediate che le altre economie investano grandi somme nella lotta contro la crisi per leggerezza! Ricordate il fatto che noi siamo i primi a dover fissare un pacchetto di misure per fermare il drammatico aumento della disoccupazione! Io vi dico, ritorno alla vostra frase di poco fa: è vero che non si può lottare contro la crisi che sulla base di principi e linee guida corretti. Tuttavia, finché la filosofia del neoliberismo e la deregolamentazione, la flessibilità, la privatizzazione e la de-statalizzazione prevarranno, voi esacerberete la crisi invece di combatterla.

Articolo pubblicato sul sito di ATTAC France l’8/12/2008.

Traduzione originale per ATTAC France: Carla Krüger, nata nel 1963, ha studiato economia, studi regionali (Russia) e Scienze Politiche a Washington, D.C. e a Cambridge, MA. Dal 1994 traduttrice professionale, membro del partito della Sinistra dal 2002, è anche attiva su soggetti europei (Bolkenstein, Trattato di Lisbona, FSE).

Tradotto da Paola Montironi