di Enrico Del Vescovo
In questi giorni il pensiero dell’opinione pubblica è concentrato sul nuovo presidente USA: è giusto che sia così, dato il grande sentimento di speranza e di novità che ha suscitato tale elezione nel mondo intero. Non possiamo che essere entusiasti della vittoria di Obama: il nuovo presidente, infatti, rappresenta senza dubbio una significativa rottura rispetto al passato. Verosimilmente l’elezione di Obama segna anche il tramonto della fiducia indiscussa nei confronti del modello liberista, concepito come l’unico modello possibile per la società americana e mondiale nell’ottica di quella sorta di “pensiero unico” che ha contraddistinto l’era Bush.
Tuttavia occorre chiedersi se le grandi aspettative che ha ingenerato in vasti strati della società americana troveranno effettivamente risposta in un cambiamento reale. In altri termini: Obama avrà la forza, il coraggio e la perseveranza di andare avanti, nonostante la probabile avversione che gli riserveranno i poteri forti con cui dovrà inevitabilmente fare i conti in futuro, poteri forti che da sempre hanno governato negli USA come nel mondo intero? Bene, noi vogliamo crederlo.
Certamente occorre ritenere che la crisi attuale e futura renderà più conflittuali i rapporti sociali e, dunque, un presidente di colore, fortemente aperto ed innovativo, non potrà far altro che fungere da interlocutore di riferimento tra le rivendicazioni sociali, sempre più pressanti in tempo di crisi, ed il sistema capitalistico liberale, interessato a mantenere saldo il suo ruolo centrale ed egemonico nella società americana e mondiale.
Quali saranno i primi passi seguiti da Obama?
Difficile dirlo. Tuttavia, certamente, vogliamo sperare che l’atteggiamento del governo americano verso il dramma cronico dei palestinesi, così come nei confronti dell’Iraq o dell’Afganistan, o come nei confronti del trattato di Kyoto e dello scudo spaziale, possa subire un profondo cambiamento… un cambiamento più che mai necessario per rilanciare una nuova immagine degli USA nel mondo.
Obama avrà molto da combattere per superare le resistenze interne; ma dovrà farlo, altrimenti, rischierà di rimanere una novità solo sul piano dell’immagine e non della sostanza reale delle cose. Questa è la sfida. Caro Obama, buona fortuna!