di Enrico Del Vescovo
Sappiamo bene che il progresso tecnico è pressoché ineluttabile e che, talvolta, ma non sempre, è foriero di comodità e conquiste per l’umanità. Così speriamo che sia per il decoder il quale dovrebbe permetterci di vedere molti più canali di quanti si possano vedere attualmente. Tuttavia, a prescindere da tali considerazioni, viene spontaneo chiederci per quale ragione saremmo tutti obbligati ad adeguarci all’installazione di questo maledetto decoder, come se fosse una sorta di dovere civico...non solo, ma la brutalità dell'operazione grida vendetta!
Già il celebre economista John Galbraith, così come innumerevoli altri pensatori, argomentava che il sistema capitalistico per poter sopravvivere ha bisogno di alimentare continuamente nuovi bisogni. Come una sorta di bicicletta che, per poter rimanere in piedi, ha bisogno continuamente di qualcuno che pedali.
Viene dunque il sospetto che nella fase storica attuale, contraddistinta da una crisi economica senza precedenti, dove la capacità produttiva dell’ industria presenta un margine inutilizzato assai grave, i bisogni, se non si riescono a creare, vengono imposti direttamente, pena l'esclusione dal servizio, senza alcun rispetto per le persone che possano avere obiettive difficoltà ad adeguarsi.
Ecco, questo è il problema fondamentale della nostra pseudo civiltà: il comportamento di ciascuno è veramente libero, come taluni ingenui o ipocriti opinionisti vorrebbero farci credere, o deve essere sempre in qualche modo funzionale al sistema, pena l’emarginazione e l’etichetta del disadattato?
Quando il comportamento dei singoli non fosse adeguato alle esigenze del sistema, il potere economico non trova forse il modo per imporre determinati comportamenti collettivi anche ricorrendo subdolamente alla tecnologia? Ma il progresso è diventato forse un dovere civico?
Certamente l’affare decoder ha una sua rilevanza economica importante sulla quale sarebbe necessario indagare e, comunque, fare svariate considerazioni critiche.
Infatti bisogna chiederci: perché cambiare, non si stava meglio quando si stava peggio?
Non c’erano già abbastanza canali televisivi prima? Perché aggiungere altri canali, magari i soliti spazzatura?
Certo, non che quelli che c’erano fossero soddisfacenti, anzi!..ma dovremmo anche chiederci se, con l’avvento del decoder, e dunque di una maggiore pluralità di canali televisivi, sarà forse possibile realizzare una maggiore democrazia mediatica come tutti auspicano. Speriamo!
Non sarà forse un espediente per attenuare quel famigerato conflitto di interessi che da troppi anni monopolizza il dibattito politico nel nostro paese?
Intanto chi paga, come sempre, sono gli umili cittadini, come i milioni di poveri pensionati che, rinchiusi nell’intimità domestica delle loro quattro mura, avevano trovato nella televisione l’unico mezzo di pseudo distrazione, mentre ora dovranno pagare ancora una volta per questa loro "necessaria" “schiavitù”.
Mentre mi pongo tali domande, girando su internet, non trovo sfortunatamente alcuno che abbia posto con altrettanta evidenza tali questioni , mi chiedo: stai a vedere che il disadattato sono proprio io?