di Maurizio Aversa
Frosinone, 25 mar. – Un ex operaio della Videocon, si e’ tolto la vita nella sua abitazione. L’uomo, un 42enne, dopo 20 anni di servizio all’interno dell’infermeria della multinazionale oggi in fase di smantellamento, lo scorso mese di dicembre, insieme ad altre 1200 persone si era visto recapitare la lettera di licenziamento.
uno dei presidi operai alla ex videocon.
Una storia drammatica quella che vede come protagonisti principali e soprattutto vittime ignare i dipendenti di quella che fino a qualche anno fa’ era un’azienda leader a livello mondiale nella produzione di cinescopi. La societa’, all’epoca Videocolor, era del gruppo Thompson, che pero’ decise di cedere lo stabilimento di Anagni a una famiglia indiana. La nuova proprieta’ decise di ricovertire la produzione in condizionatori d’aria. Il progetto pero’ non sarebbe mai partito e a dicembre scorso sono arrivatre le 1200 lettere di licenziamento.
Gli operai hanno provato ogni forma di protesta dall’occupazione dell’autostrada A1, a dormire sui tetti della fabbrica. Niente e’ servito ad evitare il ‘fine rapporto’. L’uomo che si e’ tolto la vita era conosciuto da tutti come una persona affabile, preparata e di grandi doti umanitarie. Spesso era stato in prima linea per accompagnare i colleghi nella loro battaglia per salvaguardare l’azienda e i posti di lavoro. “Da quando aveva ricevuto la lettera di licenziamento – ci dicono i colleghi distrutti dal dolore – non era piu’ lui. Temeva che la sua qualifica non fosse abbastanza specializzata per poter lavorare in qualsiasi altra azienda del territorio. Ripeteva spesso che ricominciare una vita lavorativa a 42 anni e’ praticamente impossibile”.
In Tosca, una canzone declamata da Cavaradossi (Proietti) dice: “se ti dicono che è stato ammazzato stai sicuro che si è suicidato; ma, attenta Roma, se ti dicono che s’è suicidato è certo che è stato assassinato.” Parole dure come pietre. Che procurano dolore. Dolore vero. Noi crediamo che “moralmente e con atti e scelte concrete (e con omissioni di atti e non scelte)” molti uomini e donne dirigenti della società, dal proprio posto di comando: sia esso la plancia di capitano di industria, ovvero eletti e amministratori e governanti a livello regionale e nazionale, sono parimenti responsabili morali di questo omicidio-suicidio. Ecco perché invece che un vero commento vi presentiamo tre punti che si intrecciano in queste ore con l’epilogo dell’operaio della ex videocom.
UNO. L’ Istat ha fornito i dati sulla disoccupazione e occupazione nel IV trimestre 2009: il numero di occupati risulta pari a 22.922.000 unità segnalando un calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari all’1,8 per cento (-428.000 unità). Nella media del 2009 sono 1.945.000, dato più alto dal 2004. L’incremento della disoccupazione si concentra prevalentemente al Centro-nord e tra gli individui che hanno perso la precedente occupazione. Aumentano anche gli inattivi, ossia gli inattivi quelli che non cercano attivamente un lavoro perché pensano di non trovarlo e di coloro che rimangono in attesa dei risultati di passate azioni di ricerca di lavoro; sono pari all’1,7 per cento (+253.000 mila unità) . Il tasso di disoccupazione è pari, nella media del quarto trimestre, all’8,6 per cento (7,1 per cento nel quarto trimestre 2008).
DUE (AGI) – Roma, 25 mar. – Giu’ le vendite di pane, pasta e di tutti i prodotti alimentari. La crisi morde anche i beni primari: secondo l’Istat, a gennaio c’e’ stato un calo del 3,3% su base tendenziale e cioe’ rispetto a gennaio 2009. In particolare, nella grande distribuzione le vendite sono calate del 3,5% mentre nelle imprese “operanti su piccole superfici” del 3,1%. In termini congiunturali, e cioe’ rispetto a dicembre, il calo e’ stato dell’1%. Nell’ultimo trimestre (periodo novembre 2009 gennaio 2010) le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dello 0,4%. Tornando invece al mese di gennaio, dai dati Istat emerge che anche nei discount di alimentari il calo delle vendite c’e’ stato, nell’ordine del 2,9%. Negli ipermercati e supermercati, invece, e’ stato del 3%.
TRE Roma – (Adnkronos) – La presidente di Confindustria attacca: ”Distrazione dai temi veri della competitività della nostra economia, conflitto perenne tra le istituzioni. Al senso di responsabilità delle imprese non ha corrisposto un clima all’interno del mondo politico e istituzionale altrettanto responsabile”.
E chiediamo: si mette o no al primo posto dei problemi italiani, prima e oltre la campagna elettorale, la questione sociale? Si mette o no all’ordine del giorno la redistribuzione affinchè nessuno si senta “inutile”?
Il Governo la smette di nascondersi dietro un dito per non affrontare la questione sociale e pensare solo ai propri affari (del premier e delle sue questioni di giustizia)? La CONFINDUSTRIA la smette di fare la parte dello studente che ha fatto bene i compiti e, intanto, passa sopra come un carrarmato, sulla crisi sociale in atto, negandola, minimizzandola, addossandola ad altri? I soldi che risolvono la crisi, sono quelli nascosti dai padroni (confindustriali) all’estero, e fatti rientrare (condono fiscale agli evasori) con una colpevole scelta del governo.
Prenderli quei soldi, prima che una sequela di disperazioni sociali, si tramutino in sollevamenti spontanei e violenti non riconducibili a ragione da nessuno. Possibile che non si ricorda nessuno che l’escaletion degli ex operai videocon (1.200) è stata: resistenza; lotta sindacale; lotta ad interrompere servizi (autostrada); lotta inusuale (occupazione dei tetti, dopo l’occupazione della fabbrica); la rivolta contro le istituzioni, bruciando i certificati elettorali; fino al martirio di un operaio ammazzato costringendolo al suicidio.
Questa è l’ora delle scelte. Se non ora quando? Unità operaia, solidale e anticapitalista contro i padroni e il governo dei padroni. Questo è il supremo atto d’amore possibile collettivo che ognuno di noi può esprimere.