Viva la decrescita: Adriano Bono e la sua canzone sulla decrescita

Data di pubblicazione: 
Friday 20 November 2009

Adriano Bono di Valentina Bucci

Sono mesi e mesi ormai che sentiamo parlare di crisi economica a livello mondiale, e sono sempre tanti mesi che ci sentiamo appesi ad un filo sotto molti punti di vista, siamo precari e la cosa è sempre più tangibile. La nostra società è organizzata secondo un modello economico che assegna grande importanza e valore al denaro, ed il suo possesso vincola tutti gli aspetti della nostra vita ed il soddisfacimento dei nostri bisogni sotto troppi punti di vista.

E se il lavoro viene meno, e se il denaro non c’è, diventiamo meno consumatori, e l’organizzazione della nostra società subisce duri colpi… e questo nostro spendere meno dà fastidio anche a chi ci governa. La crisi genera altra crisi. “Viva la decrescita” è il nome della canzone che affronta questa situazione “critica”, e non sono lagne, lamentele o previsioni disperate, ma desiderio e voglia che sia proprio questa l’occasione per provare a cambiare qualcosa.

“Viva la Decrescita” è uno degli ultimi lavori di Adriano Bono, autore, cantante polistrumentista , uno dei fondatori dello storico gruppo reggae romano “Radici nel Cemento”, ed anche ideatore e promotore di altri progetti musicali: Tribù Acustica, La Minima Orchestra e Reggae  Circus.

“Viva la Decrescita” affronta il tema della crisi economica, con uno stile spontaneo, caloroso e spensierato tipico delle produzioni del nostro artista, che attraverso sound allegri e divertenti riesce sempre a stimolare riflessioni e trasmettere idee e valori su temi attuali, mantenendo comunque un tono leggero e piacevole.

La canzone prende spunto dal concetto di “decrescita” e da tutti i movimenti e le scuole di pensiero che si sono sviluppate intorno ad esso. Roegen è l’economista rumeno che ha coniato il termine, ed è il fondatore della bioeconomia (o economia ecologica), ricordiamo anche  Serge Latouche per i suoi lavori sulla “decrescita conviviale” e”localismo”, mentre in Italia il maggior esponente, ma non l’unico ad occuparsene, è Maurizio Pallante con il suo “Movimento per la Decrescita Felice”.

E’un movimento alimentato e sostenuto da alcuni economisti, e da tante altre persone di formazione e professionalità differente, e sostiene che crescite esponenziali in un mondo finito di risorse sono impossibili, e quindi pensare di incentivare ancora questo stesso sistema economico non può che portarci al collasso, che interesserebbe tutto e tutti a partire dalla stessa impossibilità del pianeta di sopportare ancora questo modello di sviluppo.

Questo movimento sostiene che sia importante adottare un atteggiamento alternativo nei confronti dell’ambiente e di tutti i suoi abitanti, prestando la giusta attenzione ai bisogni legati ai loro cicli di vita, e propone  un utilizzo intelligente delle risorse che evita lo spreco e l’appiattimento del valore di ogni cosa, opta in definitiva per un modello che non conduce inevitabilmente all’autodistruzione.

La canzone è diventata l’inno del “movimento per le decrescita felice”, e propone spunti pratici per fare della teoria una realtà,  suggerisce nuovi scenari negli stili di comportamento e nei modi di pensare il vivere quotidiano.

L’autore del brano si fa promotore di soluzioni alternative alla crisi e col suo stile raggiante e sereno propone comportamenti più solidali e positivi, “suggerisce un’altra via”!
Il singolo, tra l’altro completamente autoprodotto dalla Adrian Good Promotion, è disponibile gratuitamente in rete sia per l’ascolto che per il download, basta andare sul sito dell’autore ( www.adrianobono.it)  per poterlo ascoltare, e per trovare molte informazioni ed iniziative legate all’argomento decrescita.

E quindi crescita sfrenata, consumismo ingiustificato macchè, la canzone dice che è possibile rivedere il nostro modo di gestire il quotidiano, nutrire ambizioni più genuine e provare a dare alla nostra vita un approccio semplice ed intelligente, come dice la canzone “quello che serve è qualità”!

Sono tante le esperienze nate negli ultimi anni in cui si cerca di mettere in pratica idee e soluzioni innovative, e questo avviene da parte di singoli cittadini che hanno iniziato a sperimentare stili di vita alternativi, che in piccole comunità e villaggi. Bella ed interessante è la presenza ad esempio delle varie e sempre più numerose transition town, città in cui l’organizzazione economica e sociale è completamente regolata nel rispetto e nell’utilizzo di politiche a misura di uomo/ donna ed ambiente.

Se questa situazione economica e culturale mette in bilico il nostro ordinario modo di vivere da una parte, è pur vero che ci pone di fronte ad una nuova sfida, decrescere da un punto di vista per far riemergere sogni, valori e speranze dall’altro, c’è tutto un altro pezzo di storia ancora da scrivere e che bisogna iniziare a costruire. E speriamo che si diffondano sempre più pensieri ed atteggiamenti che prevedono rispetto, uguaglianza e dignità per tutti; viva chi crede in tutto questo e che tutti i giorni con le sue scelte cerca di far diventare le sue idee realtà come meglio può, come dice la canzone:

“…viva chi sogna un altro mondo , e poi lo fa!”