di Donato De Marco
Oltre 80 agricoltori, provenienti soprattutto dalla Sicilia, sono partiti dalle loro campagne per raggiungere la città di Roma, hanno percorso fino a 1200 km alla guida dei loro trattori, impiegando 4 giorni di viaggio. La motivazione che ha spinto a tanto è la protesta contro la crisi dell'agricoltura nelle regioni del Mezzogiorno, la richiesta di prezzi giusti e l'esigenza di vivere dignitosamente pur facendo i contadini.
Dopo la manifestazione in Piazza San Giovanni in Laterano di lunedì 15 novembre e dopo aver avuto numerosi incontri istituzionali, la delegazione di agricoltori ha deciso di allestire un presidio permanente alle porte di Roma, a Castel di Leva, cui si stanno aggiungendo decine di altri agricoltori con i loro trattori da tutta Italia.
Si stanno svolgendo incontri con movimenti contadini presenti sul territorio laziale; dal 19 novembre i partecipanti alla manifestazione si recheranno nelle campagne prossime a Roma, a bordo di trattori, al fine di condividere le ragioni della protesta e di avviare una collaborazione sul territorio; tutti i giorni saranno presenti agricoltori nel centro di Roma per informare i cittadini ed i politici della protesta e delle loro ragioni; la prossima settimana è prevista una nuova manifestazione nazionale.
Il tutto sta avvenendo nella più totale legalità e nel rispetto della cittadinanza romana.
Tutto ciò continuerà finché non arriveranno risposte concrete da parte del Ministro o del Governo
Se da una parte è indispensabile che tutto il mondo dell'agricoltura, delle istituzioni, delle associazioni di categoria e della stampa sappia dell'iniziativa in atto in questi giorni, è giusto che anche tutta la società civile sia consapevole dell'importanza di questa protesta pacifica, del coraggio e della tenacia che gli agricoltori stanno dimostrando.
L'agricoltura sta morendo accompagnata da una assoluta indifferenza: ciò comporterà innumerevoli danni di natura occupazionale, alimentare, idrogeologica, paesaggistica, culturale. Non è accettabile che in nome della globalizzazione vengano meno le tutele della parte produttiva della società, favorendo gli speculatori ed i commercianti.
Si rende quindi necessario un aiuto concreto e solidarietà con il presidio, un sostegno nell'organizzazione di inizative volte a promuovere e diffondere il movimento e nella raccolta di fondi per permettere agli agricoltori di restare a Roma quanto necessario e di tornare a casa un volta conclusa la protesta.
COMMEMORAZIONE DELL'AGRICOLTURA DEFUNTA
http://www.youtube.com/watch?v=6jJ0ng0FdK8